Questo è un diario di viaggio lungo le strade della Patagonia, fino alla fine del mondo, laddove affondano profonde le radici del realismo magico che tanto amo in letteratura: qui realtà e immaginazione hanno la stessa consistenza.
Non è la somma dei chilometri a tracciare il percorso, bensì i luoghi e i soggetti che incontro. Essi vivono in un tempo dilatato e sospeso, come catturati dagli specchi della macchina infernale inventata da Morel, raccontata nel libro di Adolfo Bioy Casares. Nel mio cammino faccio esperienza di luoghi, persone e storie strappati al loro tempo. Passati lontani, soli e senza padroni che li possano adeguatamente ricordare. Futuri distopici dove tutto è ormai perduto, finanche la memoria da cui provengono. Storie smarrite in attesa le une delle altre.
Il progetto completo è disponibile nel libro “ Le immagini di Morel” edito da Emuse Books